Rapporto Istat 2015 – La sicurezza del territorio: Omicidi e Reati predatori

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E’ stato appena pubblicato il Rapporto Istat 2015 a proposito della sicurezza c’è un capitoletto interessante che riporto integralmente – aggiungo dei commenti in corsivo.

5.4 Omicidi e reati predatori nei grandi comuni

In Italia, nel 2013, sono stati commessi 502 omicidi volontari, con un decremento del 14,3 per cento nell’ultimo quinquennio (2009-2013) e con forti squilibri nelle tipologie considerate: gli omicidi di tipo mafioso diminuiscono del 42 per cento, mentre quelli a scopo di furto o rapina aumentano del 50 per cento (nel 2013 sono rispettivamente 52 e 33). Si tratta di un reato che ha un’incidenza contenuta, pari a 0,83 omicidi volontari per 100 mila abitanti, un livello che si è più che dimezzato negli ultimi vent’anni. Anche nel panorama europeo l’Italia si pone leggermente sotto la media (0,9 contro 1,0 ogni 100 mila abitanti nel 2012). Nel periodo 2010-2012 il tasso di omicidio presenta una tendenza alla diminuzione rispetto al 2007-2009, fatta eccezione per Grecia, Malta e Austria. Malgrado la netta diminuzione, il tasso di omicidio rimane più elevato nei Paesi Baltici. Tra le regioni, le differenze sono marcate: la Calabria ha valori quasi tripli rispetto alla media nazionale (2,44 omicidi per 100 mila abitanti), ed è seguita a distanza dalle altre grandi regioni del Mezzogiorno. Il valore più basso, dopo la Valle d’Aosta in cui non si sono verificati omicidi, si registra invece in Veneto (0,24).

Nel 2013, è donna il 35,7 per cento delle vittime di omicidio volontario. (quindi il 64,30 è uomo) Molto spesso, nel 42,5 per cento dei casi, a ucciderle è il partner o l’ex partner.

Un rapido calcolo:

il 35,7% di 502= 179 vittime femminili

il 42,5% di 179,22=76 vittime uccise da partner o ex partner …..e le altre???? quante sono le donne che hanno ucciso altre donne?

un dato un po’ in contrasto con la campagna propagandistica delle femministe e dei centri antiviolenza che campano di allarmismo sul tema della violenza sulle donne. 

Per quanto riguarda le vittime di sesso maschile, invece, nel 77 per cento dei casi l’autore è sconosciuto alla vittima o non identificato. (chissà perchè? carenza d’indagini? poco interesse mediatico?)

Le ripartizioni in cui la percentuale degli omicidi di donne è maggiore sono il Centro (47,8 per cento), il Nord-est (42,3 per cento) e il Nord-ovest (40,0 per cento). Riguardo gli omicidi volontari commessi nei grandi comuni, i tassi per 100 mila abitanti sono al di sopra della media nazionale (0,83) solo nella metà dei dodici considerati. I valori più elevati si riscontrano a Napoli e Bari (circa 3,0 e 2,5 per 100 mila abitanti), seguiti da Palermo (1,5) e Catania (1,3), mentre a Milano e Roma è stato commesso, nel 2013, un omicidio ogni 100 mila abitanti. Alcune grandi città sono invece raramente teatro di omicidi, in particolare Genova, Verona e Firenze hanno fatto registrare tassi nell’ordine di 0,3-0,5 omicidi per 100 mila abitanti. Inoltre, non è sempre vero che, a parità di contesto geografico, la grande città sia caratterizzata da più omicidi. Infatti Catania, Torino e Genova presentano valori inferiori rispetto all’insieme degli altri comuni della propria provincia. Nel quinquennio 2009-2013 Genova e Catania hanno visto migliorare la loro situazione ma ci sono state diminuzioni anche a Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Omicidi in aumento, invece, a Venezia, Palermo, Bari e Verona. Nel 2013 sono stati denunciati circa un milione e mezzo di furti e 44 mila rapine. Per entrambi si registra un aumento rilevante (18 e 22 per cento rispettivamente nel quinquennio 2009- 2013), ma non vi è un andamento uniforme. Tra i furti aumentano del 67 per cento quelli in abitazione, del 45 quelli con destrezza, del 34 gli scippi, del 18 quelli negli esercizi commerciali; al contrario sono in diminuzione quelli di veicoli, in particolare dei ciclomotori (-37 per cento). Tra le rapine risultano in fortissimo aumento, dell’85 per cento, le rapine in abitazione e in misura minore quelle in strada (22 per cento), in uffici postali e in esercizi commerciali (16 per cento), mentre l’unica categoria che diminuisce, del 30 per cento, è quella delle rapine in banca (anche perchè le banche stanno chiudendo centinaia di sportelli). Tale diminuzione non porta però a un sostanziale riavvicinamento ai valori europei: l’Italia registra per questo reato un’incidenza estremamente più alta rispetto agli altri paesi. I grandi comuni costituiscono un polo di attrazione per la criminalità di tipo predatorio, ma non nella stessa misura e non per tutti i tipi di delitto appartenenti a questa categoria. Tra i dodici comuni considerati esiste una differenza nord-sud rispetto ad alcune tipologie di furto: a Bologna, Milano, Venezia e Torino, seguite da Firenze, Roma e Genova, sono stati denunciati in misura maggiore i furti con destrezza, più comunemente chiamati borseggi, mentre a Napoli, Catania e Bari i furti con strappo, cioè gli scippi. Sia gli scippi sia i borseggi sono aumentati tra il 2009 e il 2013, fatta eccezione per alcune città come Catania per gli scippi (-34 per cento) e Genova per i borseggi (-6,9 per cento). Gli incrementi più accentuati, per quanto riguarda gli scippi, si sono registrati a Palermo, Bologna e Torino (dove sono circa raddoppiati) e, per i borseggi, a Venezia (152 per cento) e Roma (127 per cento). Vi sono dei casi specifici che esulano dalle tendenze generali. È questo il caso dei furti in abitazione denunciati che, pur se maggiormente presenti nelle grandi città del Nord, in particolare Torino (763 per 100 mila abitanti), Milano (713), Firenze (638) e Bologna (554), sono molto diffusi anche a Bari (690). I furti in abitazione sono aumentati fortemente negli ultimi anni, con variazioni percentuali a livello nazionale del 67 per cento tra il 2009 e il 2013. Si raggiungono picchi del 164 per cento a Verona, 136 a Bologna, 126 a Bari, mentre gli aumenti minori si registrano a Napoli e Venezia. Anche a livello europeo i furti di abitazione sono tendenzialmente in aumento, pur con andamenti differenti per i singoli paesi. La crescita in Italia è stata molto intensa negli ultimi anni e, da valori prossimi alla media europea, ci ha portati a essere il sesto paese nella graduatoria complessiva. Al valore medio dell’Unione europea di 286,3 furti in abitazione per 100 mila abitanti nel 2012, corrispondono i circa 400 dell’Italia.

Le rapine in abitazione denunciate aumentano in tutti i grandi comuni, tranne Verona. Gli aumenti più consistenti si osservano a Bologna (200 per cento dal 2009 al 2013), Bari (167 per cento), Milano (165 per cento) e Palermo (124 per cento). I tassi di incidenza più elevati si registrano nel 2013 a Milano (18,3 per 100 mila abitanti), a Palermo e Bari (entrambi 15,1) e a Torino (12,5). Per i furti di veicoli la situazione varia a seconda del mezzo considerato: per i furti di autovetture emerge Catania, con un tasso elevatissimo, pari a 1.751 per 100 mila abitanti, cui seguono Napoli, Palermo e Bari (con tassi decrescenti da 667 a 610). I furti di ciclomotori e motocicli nel loro complesso sono più frequenti a Catania, Napoli, Bologna, Palermo e Genova. Per i furti di autovetture, la tendenza dal 2009 al 2013 è stata comunque in diminuzione in tutti i grandi comuni, fatta eccezione per Palermo e Napoli (con incrementi del 45,3 e dell’11,5 per cento) e per Bari e Catania in cui l’incidenza è rimasta costante. Le rapine in banca crescono solo a Catania e Palermo. Le rapine negli esercizi commerciali sono quasi raddoppiate a Genova e a Bologna, ma diminuiscono di un terzo a Napoli, Firenze e Verona. La diffusione più elevata di rapine negli esercizi commerciali si riscontra a Catania (54 per 100 mila abitanti), Palermo, Bari, Torino, Milano e Bologna.

Napoli ha il tasso più alto di rapine in strada (300 per 100 mila abitanti, pari a 2.925 rapine denunciate), un tasso che è circa il doppio rispetto a Milano, Torino e Catania che fanno registrare circa 150 rapine in strada ogni 100 mila abitanti. L’incremento nel tempo è ingente per Firenze e Bari (rispettivamente 82 per cento e 75), ma anche per Palermo, Bologna, Venezia e Milano (circa il 50 per cento).

Fonte: http://www.istat.it/it/archivio/159350 pubblicato il 20 maggio 2015

9 commenti

  1. Mi viene il dubbio che sia diventato più facile far passare omicidi senza ritrovamento di cadavere, nelle statistiche delle persone scomparse.

    • ESATTO! questo è una parte del problema, conosco anche qualcuno che ha tentato di denunciare ma le autorità si sono rifiutati di accettare la denuncia, cercando di convincerlo a non presentarla, “Dai sarà un momento un po’ così. Sarà stata stressata. Ma lei cosa ha fatto per farla reagire così? lasci perdere. non è di nostra competenza… ” il catalogo delle risposte ad minchiam è piuttosto fornito. anche il rimpallarsi la cosa funziona. “vada dai CC” “vada alla polizia”…
      prevale lo sconforto…

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